giovedì 4 aprile 2013

Pausa caffè con un racconto di F.


SCENA 1

Sabato pomeriggio di luglio,  caldo insopportabile.
Siamo in un grande centro commerciale, dalle cui vetrate il sole riesce a fare percepire il suo calore nonostante l’aria condizionata.

Sedute su una panchina di fronte ad un negozio di biancheria intima ci sono due signore sui settant’anni.
Vestono con abiti prendisole a fiori, ciabatte con la zeppa. Capelli perfettamente in ordine, come se loro avessero il dono di non sudare. Borsetta a pochette.

Elvira: ma lo sai che il Gianni è tornato a casa dalla Chiara?
Romina: ma non era mica a San Vittore?
Elvira: la panettiera ha detto che è scappato, ma secondo me gli hanno dato la buona condotta. Quella lì c’ha la lingua lunga, facesse andare le mani come fa andare le parole, sai quanti panini.
Romina: mo che roba! Uno va a rubare e dopo due mesi è già lì al bar. Senti, ma il Gustavo sta bene?
Elvira: lascia stare, io quello lì non lo voglio più vedere neanche col binocolo.
Romina: ma come?
Elvira: domenica dopo la tombola è venuto a casa mia. L’ho invitato a prendere una fetta di torta col caffè. Come è venuto è andato, non si è nemmeno accorto della mia camicetta nuova. Che cafone! Ma la Marisa dov’è finita? (Guardano entrambe in direzione del negozio di fronte a loro)
Romina: sta comprando uno di quei reggiseni che non c’hanno le spalline, così quando ti metti la camicetta non si vede.
Elvira: Ma adesso ci fanno gli spallini trasparenti ai reggiseni.

Nel frattempo esce dal negozio una signora come loro, anche lei in prendisole, leopardato però, e ciabatte con la zeppa. Capello cotonato e gioielli finti. E’ la Marisa.

Marisa: ho comprato il reggiseno da mettere sotto al body.
Elvira: ma sotto al body non si mette il reggiseno.
Marisa: e sto con le tette al vento?

Le due si alzano dalla panchina, si uniscono alla Marisa e se ne vanno caracollando sulle zeppe.
  
SCENA 2

Il sabato pomeriggio successivo,  caldo ancora più insopportabile.
Sempre lo stesso centro commerciale, sempre la stessa panchina.

Le tre signore sono di nuovo sulla stessa panchina con gli stessi abiti prendisole a fiori, le stesse  ciabatte con la zeppa e le stesse borsette a pochette.

Elvira: ma lo sai che il Gianni è tornato in prigione?
Romina: lo dicevo io che non era giusto che fosse già fuori dopo così poco tempo. Sono venuti a prenderlo i carabinieri?
Elvira: molto peggio. C’è tornato da solo in carcere, volontario! Ha lasciato un biglietto alla Chiara dicendole che se sapeva che lei se la faceva col panettiere, lui non ci provava nemmeno a fare la fuga da San Vittore.
Romina: ma dai! Non ci si può proprio fidare di nessuno. E il Gustavo? L’hai più rivisto?
Elvira: lascia stare, è un bel furbetto quello lì.
Romina: cos’è successo?
Elvira: mercoledì si è presentato a casa mia con la scusa che aveva trovato le frittelle di baccalà calde al mercato e le voleva mangiare con me. Io ero tutta in disordine, ma lui non se n’è nemmeno accorto, è passato subito ai fatti. Che cafone! Ma la Marisa dov’è finita? (Guardano entrambe in direzione del negozio di fronte a loro)
Romina: sta  restituendo il reggiseno che ha comprato settimana scorsa.

Nel frattempo esce dal negozio la Marisa, anche lei con lo stesso prendisole, leopardato, e le stesse ciabatte con la zeppa. Stesso capello cotonato e stessi gioielli finti.

Marisa: ho cambiato quel reggiseno là, non ha fatto il miracolo.
Elvira: ma cosa ti aspettavi?
Marisa: che le mie tette al vento facessero i miracoli al matrimonio di mia nipote!

Le due si alzano dalla panchina, si uniscono alla Marisa e se ne vanno caracollando sulle zeppe.

4 commenti:

  1. Non manca niente, vita quotidiana, donne che non vogliono invecchiare, ricerca di un amore che sfugge, pettegolezzi e... vita quotidiana.

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